L’allevamento diffuso

Perché ci siamo concentrati soprattutto nell’ambito dell’allevamento diffuso? Storicamente le vallate valligiane sono votate al pascolo e alla fienagione.
Nel 1981 si potevano contare 630 animali e 300 allevamenti, soprattutto di tipo famigliare, dove erano presenti una media di due/ tre capi.
Questo sistema di allevamento diffuso permetteva il mantenimento dell’economia famigliare e della biodiversità del territorio.
Il costante spopolamento e il passaggio da una vita contadina ad una operaia ha portato all’allontanamento degli animali da pascolo con conseguente imboschimento dei campi e perdita di fertilità per mancanza di concimazione. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: costante perdita di biodiversità e le “masiere”, opere straordinarie dei nostri avi, come le “gattoe”, canalizzazioni sotterranee per il recupero dell’acqua, sono destinate al deterioramento. Questo comporta maggiori costi di manutenzione, un territorio poco sicuro e perdita di reddito per chi una volta poteva vendere il fieno. Grazie all’allevamento diffuso possiamo quindi:

Aumentare la fertilità e biodiversità del terreno

Ripristinare il paesaggio rurale

Sostenere un ciclo di produzione casearia e di carne a km0, prodotto nel rispetto del benessere animale

Dare sostegno economico alle famiglie che decidono di intraprendere un’attività legata all’allevamento sul territorio

      Grazie a questo progetto abbiamo raggiunto l’equivalente di un’azienda agricola di piccole dimensioni. Infatti durante l’anno 2021 sono stati pascolati 40 capi suun territorio di 30 ettari, con la volontà di aumentarne il numero. Le Aziende coinvolte finora sono: Capitani, Juvenilia e Fratelli Bortoli. Quest’anno si è aggiunta una nuova azienda di Thiene (Az. Ag. Trentin). Il settore può crescere ma vige la necessità di aumentare la superficie pascolabile.